mercoledì 27 marzo 2013

Styling in the rain


Rain rain, go away! Come again another day!

Essere ben vestite è essere ben armate: affrontiamo la pioggia a colpi di fucsia e maculato!



La mia nonna diceva sempre: “Marzo pazzerello, esce il sole e prendi l’ombrello”.
Marzo 2013: sole, non pervenuto. Quest’anno si va solo di ombrello!
E allora perché non dare il dovuto risalto all’amico per eccellenza della piega fresca di parrucchiere, al cavaliere premuroso che ci accompagna lungo le strade e ci protegge da quella pioggia fastidiosa e insidiosa, colpevole spesso di renderci malinconiche e nervose? E allora, che sia grande e avvolgente o pieghevole e pratico, non ci resta che considerare l’ombrello alla stregua degli altri accessori e renderlo un dettaglio di stile.
Abbinatelo alla borsa o al trench, per un look più metropolitan-chic. Sceglietelo colorato e vivace, se siete meteoropatiche. Affidatevi a quelli personalizzati dagli stilisti, se siete delle fashion addicted.
Ricordate che nessuno (stalkers esclusi) merita di essere colpito o sfregiato dal vostro ombrello super trendy, quindi anche nel destreggiarvi acrobaticamente per evitare gli ostacoli, muovetevi sempre con grazia ed eleganza.
Infine, la pioggia a volte può diventare estremamente romantica (a dire la verità, sempre più raramente, considerata la scarsa propensione alla galanteria e al corteggiamento degli uomini d’oggi... ma come poter dimenticare la scena del bacio sotto l’acqua in Colazione da Tiffany!).
In tal caso, se un uomo vi dichiarasse il proprio amore sotto una pioggia torrenziale, mollate l’ombrello senza esitazione e baciatelo! ♥



 
Portare un po' di rosa nel mondo...

...è sempre una cosa buona e giusta! ^.^

Eccomi qua! Sobria e discreta, come sempre! ;-)









Ombrello ombrello delle mie brame... :-)



Borsa: Roberto Cavalli (Limited Edition for Vogue Fashion Night Out 2012)
Foulard: Guess
Stivaletti: Strategia
Ombrello: Ferrè
Ciondolo cuore: made by me
Trench: No brand






giovedì 21 marzo 2013

Leopard and Jeans





Ok, sarà che io sto al minimalismo più o meno come Lapo Elkann sta ai congiuntivi (scherzo Lapo, sai che io ti adoro!), sarà che i miei stilisti preferiti, Roberto Cavalli, Blumarine e Dolce & Gabbana su tutti, della stampa animalier hanno fatto da sempre una religione, sarà che spesso mi risulta necessario munirmi di un’uniforme adeguata per affrontare la giungla metropolitana, sarà… ma io fatico a considerare il maculato semplicemente “di tendenza”. Per me il maculato è diventato il nuovo classico. Al punto che, oltre ad indossarlo, ci ho anche arredato mezza Pollywood!

La stampa maculata è stata in effetti sinonimo di classe e fascino soprattutto nel cinema della prima metà del secolo scorso. Quando nel ’47 Dior lanciò la stampa animalier come pezzo forte della sua collezione, il maculato cominciò a diffondersi come un vero e proprio must di eleganza. Poi con il passare del tempo ha perso quella raffinatezza, per indirizzarsi verso un mood più sexy, fino ad arrivare a essere considerato in certi casi addirittura volgare e trash.

Certo, bisogna essere consapevoli che con un total look leopardato sareste discrete e inosservate, tanto quanto la cotonatura di Moira Orfei seduta nella poltroncina del cinema davanti a voi, ma il segreto sta nel saperlo dosare e abbinare. Per le più sobrie e misurate, ne consiglio l’assunzione a piccole dosi, magari puntando su accessori maculati, che spezzino una mise rigorosa. A me di solito piace abbinato a tonalità neutre e tinte unite, in ogni caso mai accostato ad altre stampe.

E voi ogni tanto scatenate la vostra femminilità felina? :-)





Attenzione: mai accomodarsi su una poltrona che stoni con il proprio look! :-)














La Nike Alata, in versione maculata! ;-)
 
Quando si dice...avere il maculato dentro ^.^



Jeans: Roberto Cavalli
Scarpe: Guess
Borsa: Dolce & Gabbana
Collana: Brocantage Novegro Mi
Anello: realizzato da me



sabato 16 marzo 2013

Waiting for spring: grey and pink






Cari amici Pollywoodiani, siete pronti ad abbandonare i neri e i grigi tipici dell’inverno e a farvi avvolgere dai colori chiari e delicati della primavera? Io sto affrontando la questione con cautela perché, sebbene (e per fortuna!) in questi giorni il sole ci abbia deliziato con la sua presenza, le temperature purtroppo sono ancora tutt’altro che primaverili!
Ecco qui un look sporty-chic (anche quando vesto sportiva, mi piace sempre mantenere la mia femminilità) giocato nei toni del grigio e del rosa, il più dolce dei colori: jeans stretch con strappi e strass, giacca in felpa Fornarina, t-shirt Pinko con inserti in tulle e retro in pizzo, richiamato dai guantini senza dita, baschetto francese, sneakers alte in grigio/argento e bijoux in rosa.

Dai dai, che quasi ci siamo. Il tempo di una partita a calcio balilla e siamo in primavera! ;-)












Giacca: Fornarina
T-shirt: Pinko
Jeans: Motivi
Sneakers: Elena Iachi
Occhiali: Jimmy Crystal
Collana: realizzata da me, con pietre dure e tecnica dell'uncinetto

martedì 12 marzo 2013

Queen of Hearts







Questa giacca racconta una storia d’amore. Di quegli amori che fanno dei giri immensi e poi ritornano, come canta qualcuno. Di quei grandi amori che ti travolgono con un colpo di fulmine e di cui poi, nonostante il trascorrere degli anni, non riesci più a fare a meno.
Il mio amore per Moschino è nato proprio così, tanti e tanti anni fa e questa giacca ne è la testimonianza.
Amo. Quella passione per la sovversione delle regole, per una raffinatissima ribellione agli schemi della moda convenzionale, per quelle idee fuori dalle righe, per quella ironia dissacrante. Perché si sa, la passione ha una forma sola (cuori, cuori, cuori ovunque), però è capace di infinite declinazioni.
Moschino è tutto questo, precisione mischiata a senso dell’umorismo, estrema cura dei dettagli unita a un pizzico di irriverenza, eleganza e raffinatezza mescolate a colori ed eccentricità.
Nella mia assoluta convinzione che il look possa essere per ognuno un efficace mezzo di espressione della propria personalità, penso che lo “humour à porter” di Moschino mi rappresenti totalmente.
Perché nella moda, come nella vita, è bene non prendersi mai troppo sul serio!





























Giacca: Moschino Cheap and Chic
Guanti: Moschino
Bracciale: Moschino
Borsa: Fixdesign
Stivali: Le Silla
Occhiali: Blumarine
Collo pelo: Vintage





mercoledì 6 marzo 2013

My Jumpsuit







 << Oh, ma certo ho capito: tu pensi che questo non abbia nulla a che vedere con la storia della moda. Tu guardi questa jumpsuit di Michael Kors, per esempio. Ma quello che non sai è che non si tratta di una semplice “tuta”.
E sei anche allegramente inconsapevole del fatto che fu il fiorentino Ernesto Michahelles, in arte Thayaht, pittore e scultore ma anche stilista futurista, ad inventare la tuta nel lontano 1919. E che il termine “tuta” fu proprio coniato da lui, per descrivere il modello a forma di T ricavato da un unico pezzo di tessuto. Allacciata sul davanti, sette bottoni, una cintura, poche cuciture, taglio rettilineo, fu pensata come capo eversivo, pratico, universale, ma soprattutto antiborghese.
E poi è stata Elsa Schiaparelli, se non sbaglio, a disegnare nel 1940 in periodo di guerra una jumpsuit da “bunker”: azzurra, con cappuccio, decoro a treccia sui polsi, punto vita e caviglie segnate e una borraccia a tracolla.



Il modello base è pur sempre quello di paracadutisti, aviatori e sciatori. Ma certamente tu ignori che fu proprio un pilota d’aereo, nonchè marchese e stilista, Emilio Pucci, a riscuotere nel 1947 un enorme successo, mettendo sul mercato una linea di tute da neve, realizzate inizialmente solo per gli amici più stretti. E fu sempre lui a brevettare nel 1960  il tessuto Emilioform, una combinazione elastica di shantung di seta e helanca, che fece la fortuna del primo total look in versione jumpsuit.
E poi la tuta è rapidamente comparsa nelle collezioni di diversi stilisti: per Paco Rabanne, in materiale metallico e per Pierre Cardin, un modello seconda pelle da scenario futurista. Ampia e bianca con pantaloni a zampa e parte alta a doppiopetto, abbinata a cravatta bordeaux, gemelli ai polsi e tacchi alti, per Valentino. Bianca a maniche lunghe, colletto, pantalone palazzo arricciato in vita e tasche laterali, per YSL. Entrambe del 1970.




Fino ad arrivare a poco a poco alle reinterpretazioni dei giorni nostri: in seta scozzese, in stampa floreale, in maglia metallica, in stile gipsy, marinaro o orientale. Che sia chic o casual, per il giorno o per la sera, per la stagione calda o per quella invernale, la jumpsuit è diventata un capo cult del guardaroba femminile.
E siamo al limite del comico quando penso che tu sia convinta di stare semplicemente osservando una banale tuta, senza considerare che dietro sia rappresentato molto di più di ciò che appare.>>



Lo confesso, ho sempre sognato di lanciarmi in un monologo stile Miranda Priestly nella famosa scena del maglioncino ceruleo!!! :-)
Ricordate?


 




















Jumpsuit: Michael Kors
Cardigan in lana e applicazioni di pelo: Gaudì
Tronchetti stampa cocco: Dolce&Gabbana
Cintura: ALV Andare Lontano Viaggiando by Alviero Martini
Cappello: Patrizia Pepe
Borsa: Sem Vaccaro
Anello con ranocchio: Brocantage Novegro Mi
Bracciale: D&G
Occhiali: Burberry



Ecco qui la scena a cui mi riferivo, tratta da "Il diavolo veste Prada":
http://vimeo.com/41705049
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